Lunedì 6 novembre 2006, ore 20:45

Presso la palazzina degli impianti sportivi di Sommacampagna, lunedì 6 novembre 2006 alle ore 20:45, si terrà la presentazione della nuova linea di prodotti Hevea Natur : materassi, doghe e letti. La presentazione durerà circa 90 minuti. Ai presenti sarà offerto un buffet.

Si ricorda a tutti i tesserati l'importanza della partecipazione.
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Uso del casco: portieri divisi

Continua a far discutere il caso pericolo-portieri venuto prepotentemente alla ribalta dopo gli ultimi infortuni occorsi a diversi estremi difensori sia all'estero che in Italia. Dopo l'accusa di Cudicini di una scarsa tutela nei confronti dei numeri uno, e dopo le ipotesi su eventuali caschetti da indossare, i portieri italiani appaiono divisi: "La protezione? Perché no", ha detto "el Chicco". Decisamente contrario, invece, "El Faci".E' un po' nell'indole di chi sceglie di difendere una porta con due pali ed una traversa, correre rischi diventa quasi una normalità tipica della saga "Il pericolo è il mio mestiere" che meglio incarna la situazione dei portieri nel calcio moderno, sempre più sottoposti a scontri ravvicinati con gli attaccanti avversari. Una normalità dicevamo, considerata tale fino a quando gli infortuni di Given, Cech e Cudicini all'estero e quello di Guardalben in Italia ha fatto precipitosamente salire alla ribalta il problema sicurezza per i numeri uno di tutto il mondo.
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Il ministro: «Meno compiti a casa»

L’annuncio di Fioroni in un’intervista a «La7». Il ministro: «Meno compiti a casa, i
ragazzi devono avere più tempo libero». Impegnati per 10 ore e mezzo la settimana. L’idea gli è venuta pochi giorni fa, quando ha ricevuto gli studenti italiani che hanno vinto le olimpiadi di matematica: «Nessuno di loro— racconta il ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni — è Archimede Pitagorico. Sono ragazzi normali, hanno la fidanzata, giocano a pallone. Mi hanno spiegato che di mattina a scuola imparavano le teorie e il pomeriggio a casa si divertivano ad applicarle a giochi, rebus, invenzioni. Credo che i compitidovrebbero essere svolti prevalentemente in classe in modo che a casa i ragazzi, il pomeriggio, possano interessarsi agli elementi che inducono loro curiosità».
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È da saggi provare tutte le vie prima di arrivare alle armi


"A volte, in una guerra il margine tra la vittoria e la sconfitta è una insignificante differenza tra vincitore e vinto in termini di morti, prigionieri ed artiglieria persa sul campo di battaglia."

Carl Von Clausewitz
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L'inno di Mameli compie 60 anni

Noto anche come "Fratelli d'Italia", dal verso introduttivo, l'inno nazionale italiano fu adottato provvisoriamente il 12 ottobre 1946 e solo con il decreto legislativo del 2005 venne ratificato in via definitiva.

Fu il patriota e poeta Goffredo Mameli a scrivere il testo nell'autunno del 1847. Il 10 novembre lo inviò al maestro Michele Novaro che scrisse di getto la musica. L'inno d'Italia era pronto per debuttare davanti ai cittadini genovesi in occasione del centenario della cacciata degli austriaci.

L'inno venne ben presto adottato dai patrioti italiani, simbolo del Risorgimento. Pur essendo cantato da tutti, fu adottato provvisoriamente il 12 ottobre 1946. Si è dovuto aspettare un decreto del 2005 per l'adozione definitiva.
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Coletta da Borrelli: «Seguivamo soltanto el Faci»

Quando esce lo fa in gran segreto. Prima la Zaffira blu che si ferma lontano dal traffico di telecamere e taccuini, poi l’uomo incaricato della sicurezza interna alla UISP che controlla la strada: il via libera spinge Coletta fuori dalla Federcalcio dall’uscita meno assediata. «Il rispetto per il lavoro di Borrelli mi impone il silenzio», sussurra il patron dei galactici lasciandosi alle spalle quasi 120 minuti passati a raccontare le sue verità.
Coletta, senza avvocato e con i soliti modi gentili, ha ripercorso le tappe che lo hanno trascinato sotto i riflettori mettendo l’accento su una premessa più volte ribadita nel faccia a faccia con gli 007 della UISP. «Io non ho mai fatto pedinare l’arbitro Morandini e non ho chiesto di intercettare le sue telefonate o i tabulati telefonici che lo riguardavano». Coletta ha tuttavia ammesso di aver chiesto di investigare sulla vita fuori dal campo del Faci : il portiere era al centro di voci che, a detta di Coletta, potevano essere alla base dello scarso rendimento del giocatore una volta chiamato a far vincere il Real sul campo.
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CERVELLO: ECCO DOVE NASCE QUELL'INSAZIABILE FAME NERVOSA


Talvolta si prova un irrefrenabile impulso a ingurgitare tutto ciò che capita a tiro, il cibo divorato con voracità lenisce i dispiaceri, seda le emozioni ma, abbuffata dopo abbuffata, può condannare all'obesità: è la fame nervosa e, scienziati del Department of Energy's Brookhaven National Laboratory di New York, hanno scoperto i circuiti nervosi dove nasce il desiderio di mangiare oltre misura, di divorare cibi anche quando si è ormai sazi. Secondo quanto riferito da Gene-Jack Wang si tratta degli stessi circuiti che si accendono nei tossicodipendenti che sono in astinenza da droga e la desiderano ardentemente, la corteccia orbito-frontale e lo striato, in più un centro fortemente legato ai ricordi emotivi, l'ippocampo, che per esempio nei tossicodipendenti stimola il desiderio rievocando ricordi legati a precedenti esperienze con la droga.

Lo stomaco ascolta il cervello per assolvere ai bisogni fisici del nostro corpo: i neuroni gli dicono quand'é ora di mangiare e lui comincia i suoi brontolii finché non ci sediamo a tavola. Poi però sempre al nostro cervello spetta il compito di dire basta, lo stomaco lancia segnali di sazietà ai centri nervosi e questi rispondono inducendoci a interrompere il pasto. Fin qui è un circuito perfetto e infallibile, che dovrebbe tenerci alla larga da pericolosi eccessi. Purtroppo però in molti individui il circuito salta ingannato da stati emotivi, da bisogni irrazionali che fanno scattare un appetito fasullo che induce a mangiare oltre misura quando il corpo è già più che sazio.
(www.ansa.it)
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Qualcuno è iscritto al Mensa?

Mensa è la parola latina per "tavola", intesa nel senso di una "tavola rotonda", intorno alla quale nessuno prevale sugli altri. Il solo requisito richiesto per diventarne membri è l'aver raggiunto o superato il 98° percentile della popolazione (131 punti nella scala di Wechsler), in un test d'intelligenza amministrato e controllato dal Mensa.
L'idea di creare un'associazione composta solo da persone con un alto quoziente intellettivo fu suggerita da più parti fin dal 1940; si è giunti così al 1° Ottobre 1946 quando ad Oxford, l'avvocato inglese Lancelot L. Ware e l'australiano Roland Berril fondarono il Mensa.
L'associazione ha tre fini: scoprire e incoraggiare l'intelligenza umana a beneficio dell'umanità; favorire contatti sociali fra persone intelligenti; effettuare ricerche sulla natura, le caratteristiche e gli usi dell'intelligenza, colmando un vuoto per molte persone che altrimenti tenderebbero a rimanere isolate, offrendo loro la possibilità di incontrarsi, soddisfacendo il bisogno di contatti intellettualmente stimolanti.

(fonte mensa.it)
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