Talvolta si prova un irrefrenabile impulso a ingurgitare tutto ciò che capita a tiro, il cibo divorato con voracità lenisce i dispiaceri, seda le emozioni ma, abbuffata dopo abbuffata, può condannare all'obesità: è la fame nervosa e, scienziati del Department of Energy's Brookhaven National Laboratory di New York, hanno scoperto i circuiti nervosi dove nasce il desiderio di mangiare oltre misura, di divorare cibi anche quando si è ormai sazi. Secondo quanto riferito da Gene-Jack Wang si tratta degli stessi circuiti che si accendono nei tossicodipendenti che sono in astinenza da droga e la desiderano ardentemente, la corteccia orbito-frontale e lo striato, in più un centro fortemente legato ai ricordi emotivi, l'ippocampo, che per esempio nei tossicodipendenti stimola il desiderio rievocando ricordi legati a precedenti esperienze con la droga.
Lo stomaco ascolta il cervello per assolvere ai bisogni fisici del nostro corpo: i neuroni gli dicono quand'é ora di mangiare e lui comincia i suoi brontolii finché non ci sediamo a tavola. Poi però sempre al nostro cervello spetta il compito di dire basta, lo stomaco lancia segnali di sazietà ai centri nervosi e questi rispondono inducendoci a interrompere il pasto. Fin qui è un circuito perfetto e infallibile, che dovrebbe tenerci alla larga da pericolosi eccessi. Purtroppo però in molti individui il circuito salta ingannato da stati emotivi, da bisogni irrazionali che fanno scattare un appetito fasullo che induce a mangiare oltre misura quando il corpo è già più che sazio.
(www.ansa.it)